giovedì 16 settembre 2010

L'attesa

6 commenti:

  1. E' stupenda, Lori e il titolo che le hai dato la rende ancor più fascinosa.
    Riconosco quella stanza che non dimenticherà mai il sapore dolce di quell'attesa!
    Un bacio Lori al sapore dei fichi d'india, quelli rossi rossi
    Elisena

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  2. Bellissimo l'alone di mistero che aleggia in quella stanza.
    Molto bella Lor e titolo azzeccatissimo
    Doriana

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  3. Grazie Eli. Riconosci anche la fatica per trovarla? :)))
    Accetto tutti quei baci ai fichi d'India rossi, anzi, se ne hai ancora.
    Lorenzo

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  4. Grazie Doriana, sei sempre molto gentile come Eli nel commentare su questo blog
    Lorenzo

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  5. La perfezione di questa foto stabilisce un collegamento diretto col tuo modo di essere "filosofo".
    Perfetta perchè attraverso le geoemtrie visibili, quelle delle ante del balcone, della ringhiera e della linea retta dell'orizzonte, possiamo intuire, l'armonia della stanza buia.
    Gli unici arredi visibili, nella penombra, sono lo specchio rettangolare, che si disegna nitido sulla parete come una pennellata di Mondrian, e la sagoma della sedia, versione moderna e fotografica di un elemento caro a Van Gogh.
    E' una foto che si sviluppa verso l'esterno, verso la luce, ma che non ignora il buio interno, quello che non vediamo, ma che percepiamiamo come passaggio obbligato per completare la nostra maturazione ideologica e raziocinante.
    In questa foto ci sei tu!
    Un bacio, Lò
    Marilena

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  6. E' vero Marilena, ma permettimi di aggiungere questo: più che il mio modo di essere filosofo è il mio modo di essere uomo.
    Giustamente parli di un orizzonte al di là della finestra aperta, è il mio modo di vedere ciò che è davanti a noi, alla portata di tutti.
    La vita è fatta di luci e ombre, di piccoli oggetti quotidiani che caratterizzano le persone e che rimangono impresse nella mia mente.
    La fotografia coglie, non sempre, quegli oggetti e quegli attimi.
    Una borsa appoggiata, l'attesa, o un arrivo insperato. Una borsa ferma e ben appoggiata su una sedia, sicura, un equilibrio solido, in linea di veduta con quell'orizzonte e illuminata da un sole che attende.
    Grazie della tua bellissima riflessione Marilena e grazie per avermi dato modo di aggiungerne altre mie.
    Lorenzo

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